“La salute mentale non è moda”, questo era il messaggio di protesta urlato silenziosamente dalla modella Ayesha Tan Jones durante la sfilata di Gucci Primavera / Estate 2020 mentre indossava una camicia di forza.
Quella frase è innegabilmente vera e ci vuole coraggio per mostrarla in pubblico.
Tuttavia, e in modo piuttosto provocatorio, perché non è mai stato mostrato in pubblico?
Mette le persone a disagio? Sì, sicuramente.
Ci farebbe fermare un attimo a pensare? Sì, sicuramente.
Tutta questa digressione sulle camicie di forza e tuniche bianche con una musica di sottofondo fatta di persone che gemono e sussurrano vuole sollevare l’attenzione non esclusivamente sulla salute mentale, ma sul potere della società che ci condiziona, ci controlla e ci manipola.
Il tentativo di Gucci doveva essere tutt’altro che offensivo, sebbene fosse più facile attaccare alla prima impressione.

Il messaggio di Gucci non era convenzionale ma efficiente. È stata una vera dichiarazione usare le loro parole in sottofondo. Dall’istante in cui nasciamo ci viene insegnato come comportarci per diventare la versione migliore di noi stessi, quella intesa e imposta dalla società.
Come ha detto Chimamanda Ngozi Adichie durante il discorso di Ted x Euston, “Il genere prescrive come dovremmo essere”.
Allora dovremmo riconoscere il vero parallelismo tra la società e il ruolo di uno psichiatra che ci dice cosa fare, come comportarci, come dovremmo essere, soffocandoci con regole.
Probabilmente dovremmo abbracciare il tentativo di Gucci di dimostrare che non dovremmo sottometterci troppo a ciò che la società si aspetta che saremo e diventeremo.
