Avete mai pensato alla quantità di lavoro che sta dietro alla progettazione di una vetrina?
Progettare una vetrina è più complesso di quanto possa sembrare, lungi dall’essere un lavoro extra. La vetrina diventa un potente strumento che trasmette diversi significati, come lo stile di un negozio, il prezzo medio degli articoli e il gusto generale di mescolare e abbinare pezzi diversi. Anche se non lo riconosciamo, la vetrina diventa il motivo per cui inconsciamente vogliamo entrare in quel negozio.
In termini di stile, le vetrine vanno da quelle molto semplici e antiquate a quelle ricche di dettagli e la cui realizzazione richiede molto lavoro e tempo (dai tre ai sei mesi tra le stagioni). Uno schizzo della vetrina di Bergdorf Goodman (gennaio 2015), da un’idea chiara di cosa intendo quando mi riferisco a un disegno complesso di una vetrina.

Ogni vetrina diventa una vera e propria opera d’arte che affascina le persone e continua a catturare l’attenzione delle riviste di moda e ad influenzare in termini di come riprodurre al meglio lo stile. I dettagli utilizzati creano un’atmosfera specifica e non vengono disposti in modo casuale.
Il design è un’opera geniale; lo spazio è sistemato e organizzato per trasmettere un’emozione e un’impressione precisa, come quella della giocosità unita a una sensazione di follia. La cura nei dettagli può passare inosservata, ma è proprio da questo che deriva il successo stesso della vetrina. Oggetti, come racchette o cuffie, forniscono l’indizio dello stile esposto, sporty-chic. Questi elementi, insieme al dettaglio verde dei colletti, fanno risaltare meglio gli abiti della collezione primavera estate 2015 di Alexander Wang e sono al centro della scena in un’atmosfera monocromatica.
Cosa punta a fare la vetrina?
Inutile dire che l’obiettivo principale delle vetrine è la vendita di oggetti. Tuttavia, ogni vetrina ha una sua specifica direzionalità, ovvero l’immaginario sociale (genere e classe) verso cui il negozio si rivolge. La domanda è quindi: chi voglio impressionare?
Impressionare le persone non significa solo attirarle per farle acquistare ciò che vedono, ma sviluppare davvero un’emozione e un desiderio verso un marchio o uno stile che viene mostrato. Come afferma L. Frank Baum, le vetrine dei negozi
“suscitano nell’osservatore la cupidigia e la voglia di possedere la merce”
L. Frank Baum, (Feltrinelli).
In effetti, ogni vetrina costruisce ponti, illusioni. Le persone sognano ad occhi aperti mentre le guardano. In un certo senso, la vetrina rispecchia lo spirito di un certo designer e la personalità del negozio stesso, come se fosse il suo biglietto da visita.
Consiglio di lettura:
Feltrinelli, Real Cinema. “Fashion sulla 5th Avenue”, Feltrinelli Editore Milano, febbraio 2014.
