Alzi la mano chi non ha mai desiderato una maglietta bianca con il logo di un marchio stampato sopra!

A partire dagli anni ’80 e a seguire fino agli anni ’90, i marchi che comparivano sui vestiti erano diventati una sorta di ossessione. Un logo significava molto di più di quanto ci si potesse aspettare: era arrivato a rappresentare lo status della persona nella società.

L’immagine di Steve Kraitt di una pillola con il logo Prada, ironicamente rappresenta una dipendenza dai marchi di moda.
È psicologicamente allettante avere un logo sui vestiti a causa del potere che un marchio esercita sulle persone. Più un marchio è ben posizionato sul mercato, più lo si vorrà acquistare. Fondamentalmente qualsiasi cosa di quel marchio sarà sufficiente, perfino un rossetto o uno smalto per unghie, a raggiungere lo stesso senso di appagamento emotivo. Questa soddisfazione intrinseca è il risultato di una strategia di branding di forte impatto emotivo che proietta lo spirito perfetto di un marchio verso il quale aspireremmo sicuramente. Inoltre, l’acquisto di un bene di design può farci sentire come se appartenessimo allo stesso gruppo di persone che possono permettersi di acquistare regolarmente il marchio.
Pertanto, la logomania è fuorviante in termini di stile, perché la moda non è definita dal numero di loghi di un marchio che si mette in mostra. Al contrario, questa attitudine sembrerebbe essere molto di più il marchio rappresentativo della società.


Perché non selezionare i vestiti senza alcuna prova del logo del marchio?
