Sono sempre stata affascinata dal mondo della moda e crescendo mi sono resa conto che la moda non è un mondo a sé ma vive nella società e della società.
Quando per la mia tesi affrontai il tema delle discriminazioni razziali derivanti dal colore della pelle, una domanda della commissione esaminatrice mi fece riflettere: ma in Africa, non esiste il problema della razza dato che sono tutti neri?
Purtroppo non è così e il fenomeno ha pure un nome: Colourism.
Sostanzialmente sta a significare che tra le persone dalla pelle nera il tono, più o meno scuro, è discriminante. Quindi alla domanda precedente la risposta è no, esiste eccome il problema del colore della pelle anche tra le persone di colore. Più chiaro è il tono e più privilegi ne conseguiranno. Rientriamo nuovamente all’interno della dialettica bianco-colonizzatore e potente e nero-colonizzato ed emarginato.
Dando uno sguardo al sistema moda, la copertina di febbraio di Vogue UK ha dato una scossa. L’editor-in-chief di British Vogue Edward Enninful ha parlato di “redefining what it is to be a fashion model” – ridefinire l’essere una modella. La dichiarazione e l’immagine sono potentissime.
Finalmente è stata riconosciuta la mancanza di varietà etniche tra le modelle che sfilano in passerella e sulla copertina della rivista più influente del settore moda è stato dato ampio spazio ad una generazione di modelle dalla discendenza africana, con un incarnato che non è mai stato apprezzato. Ridefinire il concetto di modella vuol dire aprire a nuove opzioni e possibilità, dove la bellezza non è solo di colore bianco.
Come avevo accennato in un altro post, “Una porta aperta”, lavorando sulla proposta di una copertina che esaltasse la bellezza di un colore della pelle non bianco, la risposta deludente ed arretrata che avevo ricevuto era stata “i lettori di Vogue non potrebbero capire”. Forse sarebbe stato davvero così alcuni anni fa, ma ora il lettore è cosciente della realtà che lo circonda e lotta per i diritti paritari.
Il messaggio che questa copertina porta con sé è che una rivista d’élite come Vogue è in grado di comunicare la necessità di un cambiamento e ad aprirsi ad un pubblico più ampio che si possa liberamente identificare con l’immagine che appare sulla copertina.
